La fusione della cultura scolastica classica (mi sono diplomato in un istituto magistrale) con quella musicale fatta da anni di studi, ricerca e di insegnamento mi hanno portato a sviluppare un metodo personale ed unico per avvicinare i bambini alla musica.
Si tratta di un approccio, come per i bambini deve essere, fatto prevalentemente di giochi e di ascolto di brani spesso scelti dai bambini stessi.
Durante questa attività i bambini imparano senza nemmeno accorgersene ad ascoltare musica o, comunque, qualsiasi insieme di suoni in maniera analitica; a distinguerli tra loro ed a dargli spesso un senso logico.
Il famoso avere o non avere “orecchio” è un luogo comune che deve essere sfatato.
Tutti noi abbiamo le orecchie e tutti noi ci sentiamo. Esistono solo orecchie più educate e orecchie meno educate. Né più né meno come possono esistere, tra chi gioca ad esempio a calcio, piedi più educati o meno educati senza che un bambino si debba per questo sentire dire che non “ha piede”.
Ovviamene, esistono i talenti e le predisposizioni che sono evidenti ed innegabili, ma spesso si traducono solo in una differenza di tempo e di applicazione nel raggiungere un obiettivo.
Io stesso ho avuto allievi che, in una ipotetica scala di capacità, non si sono spostati da dove sono partiti, così come ho avuto allievi che partendo da situazione apparentemente impossibili hanno raggiunto livelli impensabili.
L’età che va dai 3/4 anni ai 10 è cruciale per questo tipo di educazione e proprio ai bambini di questa età si rivolge questo tipo di attività che, come detto prima, concilia gioco e sviluppo della musicalità, in modo da avvicinare i partecipanti all’obiettivo, senza che questo comporti per loro alcun sacrifico, essendo vissuto come attività prevalentemente ludica.
Un aspetto diverso, ma non sottovalutabile, è poi da ricercare nell’aspetto terapeutico della musica, ma questo è un campo nel quale difficilmente si può essere oggettivi e dove i casi specifici richiedono una valutazione più personale e un’attività comunque comune, ma spesso maggiormente mirata.